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Maternità e paternità da freelance

Scopri come l'INPS ti supporta con un’indennità. Diritti, requisiti e come fare domanda in modo facile.

Pubblicazione: 26 settembre 2025

Sei iscritto alla Gestione Separata dell’INPS e magari pensi al futuro e a metter su famiglia? C'è una cosa importante che devi sapere, soprattutto se sei un freelance o hai un contratto di collaborazione.

Spesso si pensa che la tutela della maternità e paternità sia destinata solo a chi ha un lavoro fisso da dipendente. Invece no! Anche se lavori in modo autonomo o con una Collaborazione Coordinata e Continuativa (Co.Co.Co.), hai diritto a un sostegno economico durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del tuo bambino e questo vale anche in caso di adozione o affidamento di un minore! 

Puoi ricevere l’indennità di maternità o paternità se:

  • sei iscritto alla Gestione Separata INPS;
  • non sei in pensione;
  • non hai già un'altra assicurazione obbligatoria per la maternità (per esempio, se sei anche dipendente a tempo indeterminato, la priorità va a quella);
  • hai versato almeno un mese di contributi alla Gestione Separata nei 12 mesi prima del periodo di maternità/paternità.

Ricorda inoltre che, se sei un collaboratore e il tuo committente non ha versato i contributi, l'indennità ti spetta comunque (principio dell'automaticità delle prestazioni)! Ma fai attenzione: se sei un libero professionista, sei tu il responsabile dei versamenti. 

Quando e per quanto tempo?

In generale, il periodo di maternità copre due mesi prima della data presunta del parto e tre mesi dopo la data effettiva. Quindi, in totale, sono cinque mesi più il giorno del parto indennizzati! Durante questo periodo non ti devi obbligatoriamente astenere dal lavoro, ma puoi continuare a lavorare e percepire l’indennità. 

In caso di gravi complicanze della gravidanza, o quando le condizioni di lavoro o ambientali sono pregiudizievoli per la lavoratrice, la ASL e la Direzione territoriale del lavoro dispongono provvedimenti di interdizione anticipata e prorogata, che ti obbligano ad astenerti dal lavoro prima dei due mesi ante partum ed eventualmente di prolungare la maternità fino a sette mesi dopo la nascita del bambino. Durante i periodi di interdizione devi necessariamente astenerti dall’attività lavorativa

Se poi nell’anno precedente l’evento di maternità hai percepito un reddito al di sotto degli 8145 euro rivalutato annualmente (9.456,53 euro per il 2025), puoi richiedere l’indennità di maternità per gli ulteriori tre mesi immediatamente successivi al periodo di maternità/paternità.

Se il parto arriva prima o dopo la data prevista, nessun problema: i giorni ti vengono comunque riconosciuti.

Puoi anche decidere di iniziare la maternità un mese prima del parto: in questo caso la maternità durerà per i quattro mesi successivi (la famosa "flessibilità"), oppure ricevere l’indennità per tutti e cinque i mesi dopo il parto. In questo caso, l'INPS non ti chiede certificati medici specifici, ma devi comunicarlo tu nella domanda online. Si ricorda che, anche in questo caso, non c’è obbligo di astensione ma, se vuoi, puoi continuare a lavorare e prendere ugualmente l’indennità.

E i papà? Il congedo di paternità entra in gioco se la mamma non può usufruirne (per morte, grave infermità, abbandono del figlio) o se il figlio viene affidato solo al padre; dura quanto il periodo non usato dalla mamma (o tre mesi dal parto se la mamma non lavora). Anche il papà non è obbligato ad astenersi dal lavoro e ha diritto agli ulteriori tre mesi di indennità se nell’anno precedente l’evento di paternità ha un reddito inferiore agli 8145 euro (9.456,53 euro per il 2025)

Quanto ti arriva?

L'indennità è pari all'80% di 1/365 del tuo reddito utile ai fini contributivi. L'INPS te la paga direttamente, tramite bonifico su conto corrente o bonifico postale. Il diritto all'indennità si "perde" dopo un anno dalla fine del periodo indennizzabile. 

Quindi, ricorda di presentare la domanda in tempo online sul sito dell'INPS, usando le tue credenziali (SPID, CIE, CNS). Ti conviene farla prima dei due mesi che precedono il parto e comunque non oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile.

Ricorda, infine, di inviare il certificato medico di gravidanza (lo fa il medico online) e di comunicare la data di nascita del tuo bimbo entro 30 giorni dal parto.