Ti trovi in:

Presentazione del progetto del Prof. Di Porto

Pubblicazione: 30 dicembre 0001 Ultimo aggiornamento: 30 dicembre 0001

L’utilizzo delle banche dati INPS per coadiuvare l’azione della Direzione Centrale Vigilanza, Prevenzione e Contrasto all’economia sommersa.

Autore: Edoardo Di Porto, Università di Napoli Federico II e CSEF (Università di Napoli Federico II).

Il lavoro presentato analizza l’attività di Vigilanza ispettiva INPS, la sua reale capacità deterrente e i meccanismi che ne possono migliorare l’efficacia. L’elemento cruciale dell’analisi è l’utilizzo di dati già in possesso della Direzione Centrale Vigilanza Ispettiva al fine di condurre analisi quantitative e di valutare l’attività di enforcement dell’Istituto.
Alla luce dei recenti cambiamenti legislativi in materia di ispezioni nel mercato del lavoro e dell’imminente costituzione del nuovo ispettorato unico del lavoro, è urgente fornire all’Istituto, una serie di strumenti per comprendere meglio le dinamiche del lavoro non regolare in Italia, considerando che l’INPS sarà parte integrante nella gestione del nuovo organismo di vigilanza.
E’ necessario che tali metodologie possano essere implementate su basi di dati dell’Istituto, questo perché tra gli organismi coinvolti nella formazione del nuovo ispettorato unico del lavoro, Inps è quello in possesso delle informazioni più precise ed efficaci per monitorare l’evasione contributiva, per analizzare il fenomeno del lavoro non regolare e del lavoro fittizio, di individuare le caratteristiche peculiari di tale mercato, la dinamica dei suoi cambiamenti e infine di comprendere il reale impatto dell’enforcement sulla compliance e sul recupero dei contributi.
Un utilizzo consapevole dei dati a disposizione dell’INPS può lanciare definitivamente quel processo di monitoraggio delle attività produttive che ricade sotto il nome di “vigilanza documentale”, vale a dire una serie di procedure e metodologie, effettuate precedentemente alle visite ispettive ed atte ad incrementare la propensione al pagamento dei contributi senza l’ausilio degli organi di controllo.

Il primo passo di una analisi quantitativa sulle attività di vigilanza e sull’evasione contributiva è la costruzione di una base di dati innovativa relativa al lavoro di vigilanza INPS degli ultimi 15-20 anni. Nella pratica si tratta di procedere alla pulizia e all’aggregazione dei dati presenti (in formati diversi) nel dataset VG00.
< Tale fonte nella sua versione finale sarebbe composta da “cross sections” ripetute contenenti un campione di imprese italiane fortemente selezionato, circa 40.000 per ogni anno.
Tale banca dati costituirebbe l’universo delle ispezioni condotte dall’INPS nel periodo di studio.
L’unicità di tale risorsa risiede nelle informazioni contenute all’interno dei verbali di vigilanza (i.e. numero accertato dei lavoratori non dichiarati presenti in azienda durante l’ispezione, ammontare delle contribuzioni evase, caratteristiche del lavoratore non dichiarato: provenienza, età, rapporto di parentela con l’imprenditore, nome dell’ispettore, numero dei giorni passati dagli ispettori in azienda per portare a termine i controlli ecc.) e nel fatto che vi sono indicazioni precise riguardo alla selezione delle imprese effettuata da parte della vigilanza INPS prima di intraprendere il controllo; i verbali infatti contengono le motivazioni che hanno spinto la direzione di Vigilanza a ispezionare una particolare impresa.
La base dati può essere inoltre utilizzata per valutare se alcune delle più recenti riforme sul mercato del lavoro italiano (ad es: la riforma Fornero, la riforma denominata “Jobs Act” o la de-contribuzione del Gennaio 2015) hanno avuto impatto sull’emersione del lavoro non regolare.
Effettuare valutazioni sul reale impatto deterrente dell’attività ispettiva è un aspetto fondamentale della ricerca che intendo sviluppare, tuttavia nel caso specifico sarà necessario integrare i dati ispettivi con altri di facile reperibilità (es. CERVED, AIDA). E’ inoltre possibile determinare se l’enforcement influisce positivamente sulla carriera dei lavoratori non dichiarati trovati durante i controlli amministrativi, un argomento dibattuto nella letteratura economica con ambigui risultati empirici.



Valutazione del reale impatto deterrente dell’attività ispettiva.


Per comprendere se le ispezioni INPS siano uno strumento utile per il contrasto al lavoro irregolare si possono incrociare le informazione contenute nella base di dati creata a partire dal VG00 con le informazioni di altri dataset come il Panel ASIA micro-dati (fonte: ISTAT) o AIDA (fonte: Bureau Van Dijck) facilmente reperibili sul mercato o all’interno del SISTAN. In particolare, è possibile valutare se la propensione a dichiarare contributi da parte del datore di lavoro è influenzata dall’ispezione. Il linkage delle due basi di dati (ad esempio il Panel AIDA) sarà composto da imprese che non sono state ispezionate e da altre che sono state soggette ad attività ispettiva.
Assumendo che l’attività ispettiva sia stata condotta in maniera casuale basterebbe calcolare la differenza nella dichiarazione contributiva delle due tipologie di aziende (ispezionate e non) per ottenere il differenziale indotto dal controllo ispettivo. Ovviamente l’attività ispettiva non è svolta in maniera casuale, è bene però ricordare che il dato VG00 contiene informazioni preziose che possono aiutare a costruire un esperimento quasi naturale. Ciò facilita il compito di ridurre la distorsione indotta dalla selezione del campione.
Una analisi preliminare sull’impatto delle ispezioni e la dichiarazione dei lavoratori da parte delle imprese è stata svolta agganciando un campione di imprese ispezionate negli anni 2010-2012 con un dataset di bilanci AIDA, ottenendo così un panel bilanciato di imprese per il periodo 2008-2012.
Su tale fonte di dati è stata realizzata una valutazione con il metodo delle differenze alle differenze.
Sono stati così costruiti un gruppo di imprese da valutare (trattate) e un gruppo di imprese di controllo (controlli). Le imprese trattate nel campione sono imprese ispezionate nell’anno 2010, mentre le imprese controlli sono quelle ispezionate nel 2012. Le altre imprese del campione vengono escluse dall’analisi.
La valutazione mostra la differenza nella dichiarazione dei lavoratori da parte delle imprese trattate nel 2010 sui bilanci del 2011, cioè un anno dopo la visita ispettiva. A tale differenza viene sottratta la differenza tra le dichiarazioni 2010 e 2011 delle imprese di controllo, quelle imprese che verranno ispezionate nel 2012.

La scelta del gruppo di controllo è effettuata in questo modo poiché si ritiene che le imprese che verranno ispezionate nel futuro hanno caratteristiche simili a quelle ispezionate nel passato e ciò costituisce un buon punto di partenza per garantire una credibile inferenza causale.

Il lavoro preliminare mostra come vi siano effetti significativi di emersione del lavoro indotte dalla vigilanza sulle imprese. Tale effetto si riscontra anche analizzando ulteriori variabili dichiarate a bilancio.